DOPO LA RIVOLUZIONE , NELLA FRANCIA, PERMANEVA UN CLIMA CAOTICO E DI INCERTEZZA , I CITTADINI AVEVANO TIMORE DI ESPRIMERE LE PROPRIE OPINIONI, LA SITUAZIONE ECONOMIA ERA AL TRACOLLO; ORGANIZZAZIONI SEGRETE STAVANO TRAMANDO IL RITORNO DEL MONARCA. I PUNTI FERMI DELLA RIVOLUZIONE FRANCESE UGUAGLIANZA, FRATERNITA’ , LIBERTA’ NON POTEVANO COESISTERE CON IL CLIMA DI TERRORE CHE SI ERA CREATO A PARIGI E IN TUTTA LA FRANCIA. I NUOVI VERTICI DI GOVERNO, PER DISTOGLIERE ALL’OPINIONE PUBBLICA LE PROBLEMATICHE INTERNE, FISSARONO NUOVI OBIETTIVI TRA CUI L’ ESPANSIONE DEI DOMINI FRANCESI.
IL 24 MARZO 1796, NAPOLEONE BONAPARTE, AL COMANDO DI UN’ARMATA DI 38.000 UOMINI, SUPERO’ IL CONFINE CON L’ITALIA E, DA NIZZA, SI DIRESSE VERSO LA REPUBBLICA DI GENOVA, IL PIEMONTE (REGNO DI SARDEGNA), LA LOMBARDIA (ALLORA DIVISA IN PICCOLI FEUDI), PER POI DIVIDERE IL PROPRIO ESERCITO UNA PARTE VERSO LA REPUBBLICA DI VENEZIA FINO A RAGGIUNGERE L’AUSTRIA L’ ALTRA PARTE IN DIREZIONE DELL’ ATTUALE EMILIA ROMAGNA E LAZIO ( STATO PONTIFICIO). SOLO LA REPUBBLICA DI VENEZIA ERA UNO STATO INDIPENDENTE, GLI ALTRI STATI ERANO SOTTO IL CONTROLLO DELL’ AUSTRIA, COMPRESO IL REGNO DI SICILIA.
IL GIOVANE GENERALE, DI SOLI 27 ANNI, AL COMANDO DI UN ESERCITO DI POCHI UOMINI (IN CONFRONTO AD ALTRI ESERCITI POTEVA CONSIDERARSI PICCOLO ESERCITO), COSTITUITO DA GIOVANI COMBATTENTI E MALE EQUIPAGGIATI, RIUSCI’ GRAZIE ALLE PROPRIE ABILITA’ STRATEGICHE E ALLA CAPACITA’ DI INTERAGIRE PSICOLOGICAMENTE COL MORALE DELLE TRUPPE, AD OTTENERE UNA SERIE DI CALMOROSE VITTORIE CHE SEGNARONO LA FINE DELLA CAMPAGNA IN ITALIA.
IL PRIMO MAGGIO 1797, NAPOLEONE DICHIARO’ GUERRA ALLA SERENISSIMA (MANIFESTO DI PALMANOVA). CONOSCENDO L’IMPORTANZA DEL SIMBOLO DEL “LEONE DI SAN MARCO”, NE ORDINO’ LA DEMOLIZIONE. MIGLIAIA DI LEONI FURONO DISTRUTTI E SCALPELLATI DAI FRANCESI E DAI GIACOBINI ITALIANI E VENETI.
IL 18 OTTOBRE 1797 VENNE FIRMATO IL TRATTATO DI PACE A CAMPOFORMIO (UDINE).
IL GENERALE CHE DOVEVA RAPPRESENTARE GLI IDEALI DI LIBERTE’ – FRATERNITE’ E EGALITE’, SI TRASFORMO’ IN UN VERO E PROPRIO DITTATORE. CON QUESTO TRATTATO FRANCIA ED AUSTRIA SI RIPARTIRONO IL NORD ITALIA COME SE FOSSE DI LORO PROPRIETA’, LA FRANCIA OCCUPO’ LA LOMBARDIA E L’EMILIA ROMAGNA , L’AUSTRIA OTTENNE L’UNICA REPUBBLICA FINO AD ALLORA INDIPENDENTE, LA REPUBBLICA DI VENEZIA A CUI FACEVANO PARTE L’ISTRIA, LA DALMAZIA E LE ISOLE IONEE (CORFU’, ZANTE, CEFALONIA ECC…).
PER TUTTI GLI ABITANTI DELLA SERENISSIMA, SI TRATTO’ DI UN VERO E PROPRIO TRADIMENTO, LO STATO CHE STAVA DIFFONDENDO NUOVI IDEALI NATI DALLA RIVOLUZIONE, CHE DOVEVA GARANTIRE LA LIBERTA’ AI CITTADINI, TRAMITE NAPOLEONE BONAPARTE, SUBIVA UNA DELLE PIU’ GRANDI DELUSIONI DELLA STORIA.
IN REALTA’ DA ALCUNI ANNI LA REPUBBLICA DI VENEZIA STAVA SUBENDO UN PROGRESSIVO INDEBOLIMENTO, NON POTEVA ESSERE PIU’ CONSIDERATA LA FORTE REPUBBLICA CHE AVEVA AVUTO L’EGEMONIA SUL MAR MEDITERRANEO FINO A RAGGIUNGERE L’ESTREMO ORIENTE; DI CONSEGUENZA, IL DOGE LODOVICO MANIN, CERCO’ DI NON SOLLEVARE UNA GUERRA CHE AVREBBE PROVOCATO MOLTE VITTIME E NON AVREBBE MAI POTUTO CONCLUDERSI A FAVORE DEI VENZIANI. CON L’ACCORDO DEL PRIMO APRILE 1797 VENNE PROPOSTO ALLA FRANCIA UN OFFERTA DI UN MILIONE DI LIRE (CIFRA ALL’EPOCA MOLTO ELEVATA) DA PARTE DELLA REPUBBLICA VENEZIANA PER FINANZIARE LA CAMPAGNA MILITARE CONTRO L’ IMPERO AUSTRIACO, SPERANDO NELLA BENEVOLENZA DEI FRANCESI A CONFLITTO CONCLUSO. MA LA IL FATTO DI AVER CONCESSO ASILO AL FUTURO RE LUIGI XVIII, DOPO LA RIVOLUZIONE, ERA STATA PRESA DAL DIRETTORIO (GOVERNO FRANCESE) COME UNA PROVOCAZIONE. LA MICCIA CHE PROVOCO’ L’ESPLOSIONE FU UNA INSURREZIONE DEI VENEZIANI CONTRO L’ESERCITO FRANCESE CHE SI CONCLUSE CON UNA VITTORIA DA PARTE DEI RIBELLI. IL 25 APRILE (GIORNO DI SAN MARCO) NAPOLEONE MINACCIO’ LA REPUBBLICA VENEZIANA SFOGANDO TUTTA LA SUA RABBIA NELLA FAMOSA FRASE: “SARO’ COME ATTILA PER LO STATO VENETO”.
IL 30 APRILE NAPOLEONE INVIO’ UN ULTIMATUM AFFINCHE’ VENEZIA ACCETTASSE 2 CONDIZIONI: L’ ALLEANZA CON LA FRANCIA E LA FINE DEL GOVERNO ARISTROCRATICO, CONDIZIONI CHE VENNERO ACCETTATE DAL DOGE AL FINE DI EVITARE UNA GURRA CERTA.
MA, BENCHE’ IL DOGE LODOVICO MANIN AVESSE ACCETTATO LE CONDIZIONI PROPOSTE NELL’ULTIMATUM, 2 GIORNI DOPO NAPOLEONE DICHIARO’ GUERRA A VENEZIA. LE ALTERNATIVE ERANO DUE:
- ARRENDERSI SENZA OPPORRE RESISTENZA,
- RITIRARE LA FLOTTA IN DALMAZIA PER POI POTER RIORGANIZZARE LA RICONQUISTA.
IL DOGE MANTENNE LA LINEA INIZIALE PER PROTEGGERE I SUOI CITTADINI.
QUANDO LA POPOLAZIONE COMPRESE CHE LA VENEZIA SI ERA ARRESA ALLA FRANCIA, INSORSE IN UN TUMULTO, LA CITTA’ VENNE SOMMERSA DA BANDIERE E SIMBOLI CHE RAFFIGURAVANO IL LEONE DI SAN MARCO, LA PAURA CHE NAPOLEONE POTESSE INTERVENIRE INDUSSE I MAGISTRATI VENEZIANI A SEDARE LA RIVOLTA SPARANDO COLPI DI ARTIGLIERIA.
LE TRUPPE NAPOLEONICHE APPROFITTARONO DI QUESTO CAOS CHE SI ERA GENERATO PER SACCHEGGIARE LA CITTA’ , PREDANDOLA DI MOLTI OGGETTI D’ARTE TRA CUI I CAVALLI DI BRONZO DELLA BASILICA DI SAN MARCO TRASPORTATI DA COSTANTINOPOLI NEL 1204. VENEZIA DIVENNE, COI’, UNA PEDINA DI SCAMBIO NELLE NEGOZIAZIONI CON L’ AUSTRIA.
MERCURIO 