NELL’ OPERA “TIMEO E CRIZIA” , SCRITTA DA PLATONE NEL 348 a.C. UN SACERDOTE EGIZIANO DI SAIS , CIRCA UN SECOLO E MEZZO PRIMA, NARRO ‘ AL LEGISLATORE GRECO SOLONE DI UNA CIVILTA’ EVOLUTA ESISTITA PER SECOLI SU UN’ ISOLA PIU’ GRANDE DELLA LIBIA E DELL’ASIA MESSE INSIEME DISTRUTTA 9000 ANNI PRIMA DA UN IMMANE CATACLISMA. PLATONE LA COLLOCA QUEST’ISOLA AL DI LA DELLE COLONNE D’ ERCOLE, OGGI E’ CONOSCIUTA COME “ATLANTIDE”. ANCHE IL FRIULI VENEZIA GIULIA ED IL VENETO POSSIEDONO UNA PROPRIA ATLANTIDE , ANZI, LE CITTA’ SCOMPARSE IN QUESTE REGIONI SONO ADDIRITTURA QUATTRO, ESSE SONO CITATE NELLA NATURALIS HISTORIA DA PLINIO IL VECCHIO.
GAIO PLINIO SECONDO CONOSCIUTO COME PLINIO IL VECCHIO, NATURALISTA E STORICO ERA ANCHE COMANDANTE MILITARE DELL’ ESERCITO ROMANO; MORI’ NELL’ANNO 79 d.C. A CASUSA DELLE ESALAZIONI PROVOCATE DALL’ ERUZIONE DEL VESUVIO, CATASTROFE CHE COLPI’ ERCOLANO, POMPEI E STABIA. EGLI LASCIO’ AI POSTERI GRANDI TESTIMONIANZE E DESCRIZIONI RACCOLTE NELLA PREZIOSA ENCICLOPEDIA COMPOSTA DA 37 LIBRI LA “ NATURALIS HISTORIA”, OPERA IN CUI SI TROVANO INDICAZIONI RIGUARDANTI IL COSMO, INFORMAZIONI GEOGRAFICHE, E NOTIZIE DI ANTROPOLOGIA, ZOOLOGIA, BOTANICA, MINERALOGIA , LAVORAZIONE DEI METALLI E STORIA DELL’ARTE. LO STUDIOSO ROMANO RIPORTO’ NELL’ENCICLOPEDIA RELAZIONI DERIVANTI DA ANTICHE CONOSCENZE I TRAMANDATE ORALMENTE DA ALTRI POPOLI, PERO’ NON TUTTE APPURABILI.
NEL CAPITOLO 129 DELLA NATURALIS HISTORIA E’ COSI’ RIPORTATO.
IN HOC SITU PAR ORAM IRMENE, PELLAON, PALSICIUM EX VENETIS ATINA ET CAELINA, CARNIS SEGESTA ET OCRA, TAURIS MOREIA ET AB AQUILEIA …..
IN QUESTO LUOGO SCOMPARVERO LUNGO LA COSTA IRMENE, PELLAONE, PALSICIO, ATINA E CELLINA TRAI VENETI, SEGESTA ED OCRA TRAI CARNI, MOREIA TRA I TAURISCI…..
LA TESTIMONIANZA DELLO STORICO ROMANO , PLINIO IL VECCHIO, NEL TESTO RISALENTE AL 77 d.C. , DESCRIVE LA SCOMPARSA DI ALCUNE CITTA’ A CAUSA DI UN EVENTO CATASTROFICO, QUATTRO ERANO COLLOCATE IN TERIRITORIO FRIULANO E VENETO CHE EGLI MENZIONA CON I NOMI DI ATINA, CAELINA, OCRA E SEGESTA. NON SI TRATTAVA DI VILLAGGI CON ABITAZIONI COSTRUITE CON IL LEGNO (PAGI) MA CITTA’ VERE E PROPRIE’ COSTRUITE IM MURATURA (CIVITATE) . LO STORICO ACCENNA ANCHE ALL’ESISTENZA DI UN POPOLO PIU’ ANTICO DEI POPOLI CELTI E VENETI RISIEDENTE TRA I FIUMI ADIGE E TAGLIAMENTO. EGLI NON AVEVA NOTIZIE CERTE, LE INFORMAZIONI RIPORTATE DERIVAVANO DA NOTIZIE TRAMANDATE NEI SECOLI, COM’ ERA D’ USO TRA LE POPOLAZIONI CELTICHE.
CARNIS SEGESTA ET OCRA
LA CITTA’ DI SEGESTA INDICATA DA PLINIO IL VECCHIO NEL TERRITORIO DEI CARNI, POTREBBE CORRISPONDERE ALLA LOCALITA’ DI SEZZA UNA FRAZIONE DI ZUGLIO (UD), MA POTREBBE TRATTARSI DELLA CITTA’ DI SISAK IN CROAZIA ATTRAVERSATA DAL FIUME SAVA LOCALIZZATA NEI PRESSI DI PETRINJA VICINO A ZAGABRIA. LO STORICO GRECO STRABONE DESCRISSE DETTAGLIATAMENTE IL TRAGITTO DELLE MERCI CHE VIA CARRO PARTIVANO DA AQUILEIA E ATTRAVERSO IL PASSO D’OCRA, GIUNGEVANO A NAUPORTUS QUINDI UTLIZZANDO IL BACINO DEL DANUBIO, PER VIA FLUVIALE RAGGIUNGEVANO SEGESTA. SI TRATTA COMUNQUE DI UNA DESCRIZIONE CHE FA RIFERIMENTO A FONTI STORICHE PIU’ ANTICHE.
OCRA INVECE VIENE INDICATA ALL’ESTREMITA’ ORIENTALE DELLA CATENA ALPINA, TRA IL CONFINE DEL TERRITORIO DEI CELTI E QUELLO DEI GIASPIDI. SI TRATTAVA DI UN LUOGO DI PASSAGGIO PER I MERCANTI CHE SI DIRIGEVANO VERSO I MONTI DELL’ OCRA RAPPRESENTATA DALLE ALPI GIULIE CHIAMATE DAI ROMANI “OCRA MONTIS” .
VENETI ATINA ET CAELINA LA CITTA’ DI ATINA POTREBBE RIFERIRSI AD ALTINUM, L’ ATTUALE ALTINO, DIVENUTO IMPORTANTE CENTRO COMMERCIALE MARITTIMO ROMANO, MA, SECONDO ALCUNI STORICI, POTREBBE ESSERE IL NOME ORIGINARIO DELLA CITTA’ DI UDINE.
ESISTE UN TERMINE IDRONIMO DELLA CITTA’ DI CAELINA, SI TRATTA DEL FIUME CELLINA. IN EPOCA PRE ROMANA UN GRANDE CATACLISMA AVREBBE COLPITO QUESTO TERRITORIO, LE MONTAGNE SAREBBERO CROLLATE CAUSANDO LO SPOSTAMENTO DEL LETTO DEL FIUME E AVREBBERO TRASCINATO A VALLE GHIAIA E DETRITI PER MOLTI CHILOMETRI. LA DISTRUZIONE TOTALE DELLA CITTA’ SAREBBE STATA TALE DA FARLA SCOMPARIRE SENZA LASCIARE ALCUNA TRACCIA, RIMANE IL DUBBIO SE FOSSE LOCATA NELLA PARTE MONTUOSA O NELLA PARTE PIANEGGIANTE DEL FIUME.
L’ ARCHEOLOGO GIUSEPPE CONTE DI RAGOGNA (1902- 1970) TROVO’ A TORRE DI PORDENONE TRACCE DI UN CASTELLIERE PREISTORICO E I RESTI DELLE BANCHINE DI UN ANTICO PORTO FLUVIALE SULLE RIVE DEL NONCELLO; SECONDO LE TEORIE DELLO STUDIOSO LE ACQUE DEL CELLINA SI UNISCONO, IN UNA ZONA IMPRECISATA NEL SOTTOSUOLO, A QUELLE DEL NOCELLO E DEL MEDUNA CHE NELL’ ANTICHITA’ AVREBBERO COSTITUITO UN UNICO CORSO D’ACQUA NAVIGABILE E DI AMPIA PORTATA. EGLI ERA CONVINTO CHE I RESTI DELLE BANCHINE FLUVIALI APPARTENESSERO ALLA CITTA’ SCOMPARSA DI CAELINA.
ANALIZZANDO I CATACLISMI ACCADUTI IN EPOCA PRE-ROMANA CIRCA TRE SECOLI AVANTI CRISTO, NELL’ANNO 226, IL TERREMOTO DI RODI FU VERAMENTE CATASTROFICO. COLPI’ L’ONONIMA ISOLA GRECA DI RODI PROVOCANDO LA DISTRUZIONE DI UNA DELLE SETTE MERAVIGLIE DEL MONDO ANTICO : “IL COLOSSO DI RODI”, UN’ IMMENSA STATUA CHE RAPPRESENTAVA IL DIO HELIOS SITUATA ALL’ INGRESSO PORTO. L’INTENSITA’ DELLE SCOSSE TELLURICHE POTREBBE AVER DETERMINATO UN MAREMOTO E LA FORMAZIONE DI UNO TSUNAMI CHE AVREBBE SOMMERSO LE COSTE DEL MAR ADRIATICO. L’ANNO SUCCESSIVO UN ALTRO TERREMOTO DEL 10° GRADO DELLA SCALA MERCALLI NEL 217 a.C. COLPI’ L’ ETRURIA CON EPICENTRO IL LAGO TRASIMENO. E’ PROBABILE CHE LA SUCCESSIONE DI QUESTI EVENTI ABBIA PROVOCATO LA SCOMPARSA DI ALCUNE CITTA’ PRESENTI NELLA COSTA ADRIATICA COMPRENDENDO QUELLE SOPRA CITATE.
MA E’ POSSIBILE CHE UN TERREMOTO ABBIA CANCELLATO COMPLETAMENTE DIVERSE CITTA’ DI UNA CIVILTA’ AVANZATA SENZA LASCIARE ALCUNA TRACCIA? E’ PROBABILE LA PARTE DELLA CATENA ALPINA COSTUTUITA DALLE ALPI GIULIE E ALPI CARNICHE SIA STATA COLPITA DA UN EVENTO ATMOSFERICO SENZA PRECEDENTI, UNA GRANDE ALLUVIONE CHE PROVOCO’ INONDAZIONI E SMOTTAMENTI TALI DA SOMMERGERE DI DETRITI INTERI CENTRI ABITATI, UN EVENTO SIMILE A QUELLO PIU’ RECENTE DESCRITTO DA PAOLO DIACONO NELL ‘ “HISTORIA LOGOMARDORUM”, CHE INTERESSO’ IL VENETO ALCUNI SECOLI DOPO.
NEL LIBRO “MONUMENTI STORICI DI CONCORDIA” , OPERA DEL DOTTOR ANTONIO ZAMBALDI, PUBBLICATO NEL 1839, L’AUTORE CERCA DI DESCRIVERE LE ORIGINI DEI PAESI FRIULANI ATTRAVERSO LE INFORMAZIONI STORICHE RACCOLTE NELLE CITTA’ LOCALI E DAI LIBRI CONSULTATI NELLE BIBLIOTECHE. IL TESTO SI PRESENTA CON UN LINGUAGGIO ED UNA GRAMMATICA TIPICI DELL’ EPOCA OTTOCENTESCA. IN DIVERSI CAPITOLI LO SCRITTORE MENZIONA LA SCOMPARSA DELLE CITTA’ DI ATINA E CELINA DESCRITTE NELLA “NATURALIS HISTORIA” DA PLINIO IL VECCHIO ED ESPONE ALCUNE TEORIE DI STORICI E ALTRI STUDIOSI SULL’ ARGOMENTO TRATTATO.
DAL CAITOLO 128 ABBIAMO ESTRATTO QUESTA FRASE:
LADDOVE IL NOME DI CELINA DERIVO’ AL TORRENTE DA NASCONDERSI EGLI SOTTOTERRA. POTREBBE EZIANDIO OPINARSI CHE LE CITTA’ DI CELINA SIA STATA DISTRUTTA DAI GALLI, CHE ABBORIVANO LE CITTA’, E CIO’ SIA AVVENUTO NELLE PRIME LORO INVASIONI.
IL TESTO SEMBRA MOLTO CHIARO, LO STORICO AFFERMAVA CHE DAL NOME DEL TORRENTE SOTTERRANEO SIA DERIVATO IL PSEUDONIMO DELLA CITTA’ DI CELLINA. EGLI ERA CONVITO DELLA SUA ESISTENZA E SOSTENEVA FOSSE STATA DISTRUTTA DAI GALLI DURANTE LE PRIME INVASIONI DEL FRIULI.
IN UN ALTRO CAPITOLO ESPONE UNA NUOVA TEORIA.
ADUCCO PURE UN’ ALTRA OPINIONE SUSSUDIATO DA LUMI SCIENTIFICI COMINICATIMI DALLA GENTILEZZA DI D. DOMENICO BERTUZZI PARROCO DI BARBEANO MOLTO DOTTO NELLA STORIA NATURALE E DELL’ AGRICOLTURA. OSO CONGETTURE CHE LA CITTA’ DI CELINA, ACCENNATA DA PLINIO, POSSA ESSERE STATA SEPELLITA DA QUALCHE SFALDAMENTO MONTUOSO O DA UN TERRENO DI TRASPORTO COME DICONO I NATURALISTI………………..QUESTA FORSE PARI AD ALTINA FURONO LE CITTA’ PIU’ ANTICHE DEL FRIULI POSTE SOPRA LE NOSTRE ALPI. POICHE’ SAPPIAMO DALLA STORIA CHE I POPOLI PRIMITIVI ABITARONO PRIMA I MONTI E DA QUESTI PASSAVANO POSA ALLE PIANURE, QUINDI, FORSE, L’ANTICO NOME DI ATINA DERIVO’ QUELLO DI UDINE, COME OPINARONO ALCUNI STORICI.
DON DOMENICO BERTUZZI, PARROCO DI BARBEANO, COLTO E APPASIONATO DI STORIA, FORNISCE ALLO SCRITTORE UNA NUOVA TEORIA SULL’ ESISTENZA DELLE DUE CITTA’, LE PIU’ ANTICHE DEL FRIULI, COLPITE DA UN CATACLISMA CHE INTERESSO’ LA ZONA ALPINA. DUE CITTA’ SEPPELLITE DAI DETRITI O ADDIRITTURA CON LA CADUTA DI UN MONTE. GLI ABITANTI DI ATINA DALLA CATENA MONTUOSA SI TRASFERIRONO IN PIANURA, ESSI FONDARONO UDINE APPELLATIVO CHE RICORDA IL NOME DELLA CITTA’ SCOMPARSA.
JACOPO VALVASON DI MANIAGO NARRA CHE IL CASTELLO DI MANIAGO SIA STATO FABBRICATO CON LE PIETRE RIMASTE DALLA CITTA’ DI CELLINA. ……..
……JACOPO DICE CHE IL TORRENTE CELINA LA CUI ORIGINE E’ 20 MIGLIA DI SOPRA NEGLIA ASPRI MONTI DI CLAUD, DOPO ESSERSI PERDUTO SOTTOTERRA, RISORGE NAVIGABILE PRESSO PORDENONE PIGLIANDO IL NOME DI NAUCELLIO, CIOE’ DI NUOVA CELINA . SICCOME E’ OPINIONE DI ALCUNI EGLI PUR NARRA CHE SOPRA LA COLVERA VERSO TRAMONTANA APPARIVANO ALCUNE ROVINE CON VOLTI SOTTERRANEE CHE DAVANO INIZIO AD UNA FABRICA ANTICA DOBE PIU’ VOLTE SI TROVARONO MEDAGLIE, TEGOLE, VASI E ALTRE ANTICHITA’ E CHE DAI MONTI DI SOPRA, NEL LUOGO DI POFFABBRO (POFFABBRO MAGICA) RITROVASSI GRANDE NUMERO DI MEDAGLIE ED UNA STATENA ANTICA, CON ALCUNE OPERE DI MOSAICO.
LO STORICO JACOPO IN QUESTO PARAGRAFO DESCRIVE L’ORIGINE DEL TORRENTE CELLINA NELLA LOCALITA’ DI CLAUT (PN) ATTRAVERSA PER 20 MIGLIA LA CATENA MONTUOSA FRIULANA, SCOMPARE SOTTOTERRA PER POI AFFIORARE NEI PRESSI DI PORDENONE, TEORIA IN LINEA CON QUELLA DEL CONTE DI GIUSEPPE DI RAGOGNA, SECONDO IL QUALE I FIUMI NONCELLO, CELLINA E MEDUNA ERANO UN UNICO FIUME NAVIGABILE DI AMPIA PORTATA. JACOPO DA’ UN SIGNIFICATO ALL’APPELLATIVO DI “NONCELLO” , LA COMPOSIZIONE DEL TERMINE SEMBRA NON LASCIARE DUBBI CHE DERIVI DA “ NUOVA CELINA”, QUASI UN SIGNIFICATO ESOTERICO DI MORTE E RINASCITA.
I MONTI JOUF E RAUF
ORA SE NEI TEMPI ANDATI, IL MONTE IOUF ERA PIU’ ALTO DA FORMAR LA FALDA DEL RAUT, QUESTA PUO’ ESSERE STATA AMMOLLITA DA PIOGGE INSISTENTI ED ALTRO, AVER LASCIATO NUDO IN RUPE IL RAUT COM’ E’ ADESSO ED ESSERSI ROVESCIATO PARTE DI ESSA DA FORMAR I COLLI AI PIEDI DELLO IOUF I QUALI POSSONO AVER SI EPELLITA LA CITTA’ DI CELINA.
I MONTI JOUF E RAUF, SONO DUE VETTE CHE SORGONO NEI PRESSI DI MANIAGO E POFFABBRO, LUOGO IN CUI SONO STATI TROVATI NUMEROSI REPERTI DESCRITTI COME: STATUINE, MEDAGLIE, TEGOLE, VASI E ALTRE ANTICHITA’. E’ POSSIBILE CHE IL MONTE JOUF ALTO 1224 METRI ORIGINARIAMENTE FOSSE PIU’ ALTO DEL ROUF (2025 METRI) A CAUSARE L’ABBASSAMENTO POTREBBE ESSERE STATO IMPROVVISO CROLLO DELLA SOMMITA’ VERSO LA CITTA’ DI CELLINA ORA SEPOLTA SOTTO LE COLATE DI DETRITI NELLA ZONA ATTUALMENTE IDENTIFICATA NELLE COLLINETTE SOTTOSTANTI.
NON ESISTONO PROVE CHE AFFERMINO QUANTO ESPOSTO, IN TEMPI ARCAICI LE NOTIZIE VENIVANO TRAMANDATE ORALMENTE. NELLA HISTORIA NATURALIS DI PLINIO IL VECCHIO, LE INFORMAZIONI DERIVAVANO DA RACCONTI ANTICHISSIMI TRAMANDATI AI POSTERI DAGLI ANTENATI VISSUTI QUALCHE SECOLO PRIMA. DELLE CITTA’ SCOMPARSE NON VENGONO DESCRITTI ALTRI INDIZI.. ANTONIO ZAMBALDI E IL CONTE GIUSEPPE DI RAGOGNA HANNO CERCATO LE TRACCE DELLA CITTA’ DI CELLINA STUDIANDO IL TERRITORIO GEOGRAFICO E ANTICHI REPERTI AFFIORATI DELLE ZONE DI MANIAGO/ POFFABBRO E PORDENONE, MA SEMBRA CHE LA RICERCA SI SIA FERMATA IL SECOLO SCORSO. ANCHE IL FRIULI VENEZIA GIULIA HA LE SUE LEGGENDE, L’ ELDORADO FRIULANO SI TROVA TRA LE VERDI PARETI SCOSCESE E INTAGLIATE DELLE ALPI, LADDOVE IL PAESAGGIO E’ RIMASTO QUASI ALLO STATO ANCESTRALE.
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