LA PROFEZIA DI SAN MARCO

AGLI ALBORI DEL CRISTIANESIMO   LA CITTA’ DI VENEZIA ANCORA NON ESISTEVA ,  IN QUEL LUOGO SORGEVA  UN  PICCOLO VILLAGGIO   DI PESCATORI     CHE ABITAVANO IN CAPANNE COSTRUITE IN  LEGNO E PAGLIA.    IN QUESTO PERIODO  LA DIVULGAZIONE DELLE NUOVE IDEE RELIGIOSE NON ERA ANCORA STATA PERMESSA NELL’ IMPERO ROMANO  E LA PREDICAZIONE DEL CULTO CRISTIANO COSTITUIVA  MOTIVO DI PERSECUZIONE. NELLA CAPITALE, PER FUGGIRE ALLE CRUDELTA’ LORO INFERTE, I CRISTIANI AVEVANO COSTRUITO NEI SOTTERRANEI LE FAMOSE  “CATACOMBE”,  OVVERO DELLE GALLERIE TRA LORO COLLEGATE   COSTRUITE A FORMA DI LABIRINTO PER FAR PERDERE LE LORO TRACCE E  PER INDURRE I ROMANI A RINUCIARE AGLI  INSEGUIMENTI CON IL TIMORE DI PERDERSI ALL’INTERNO.  LE PERSECUZIONI CONTRO I CRISTIANI  ERANO PRATICATE IN TUTTO L’IMPERO. GLI APOSTOLI   PIETRO E PAOLO   INVIARONO ALCUNI LORO SEGUACI PER DIVULGARE IL VANGELO NELL’ITALIA DEL NORD:  NEI GRANDI CENTRI COME AQUILEIA E OPITERGIUM, NELLE LOCALITA’ LIMITROFE E NELLE ZONE PALUDOSE DELLA LAGUNA VENETA.  UNA DI QUESTE FIGURE RIMARRA’ LEGATA A QUESTI TERRITORI TANTO DA DESIDERARE, ALLA FINE DEI SUOI GIORNI, UNA SEPOLURA IN UN ISOLOTTO DELLA LAGUNA:  “MARCO L’EVANGELISTA”.

MA CHI ERA SAN MARCO?

SECONDO ALCUNE FONTI NACQUE  INTORNO ALL’ANNO ’20, NON E’ CHIARO SE NELL’ISOLA DI CIPRO O IN UNA CITTA’  DELLA PALESTINA, COMUNQUE DI ORIGINE EBREA E  STIRPE  LEVITICA. DIVENNE  DISCEPOLO DEGLI APOSTOLI PETRO E PAOLO  AFFIANCANDOLI NELLA LORO MISSIONE E CONTINUANDO LA LORO OPERA DI PREDICAZIONE. GIUNSE FINO AD AQUILEIA, AVAMPOSTO  DELL’IMPERO ROMANO VERSO LEVANTE,  CONVERTI’ UNA PERSONA DESTINATA A DIVENTARE IL PRIMO VESCOVO DELLA CITTA’ :  “IL VESCOVO ERMAGORA”.

SONO I VIAGGI INTRAPRESI ATTRAVERSO I CANALI DELLA LAGUNA A LEGARE PER L’ ETERNITA’  MARCO ALLA FUTURA CITTA’ DI VENEZIA.  DURANTE IL PERCORSO PROGRAMMATO VERSO LA CITTA’ DI RAVENNA, L’ IMBARCAZIONE  CHE LO TRASPORTAVA ,  A  CASUSA DI UN TREMENDO TEMPORALE,  SI FRANTUMO’ NEI PRESSI DI UN ISOLOTTO. PERSE CONOSCENZA E, DURANTE L’ESTASI, SOGNO’ UN ANGELO CHE LO SALVAVA, CHE PRONUNCIO’  QUESTE PAROLE: “PAX TIBI MARCE EVANGELISTA MEUS” (PACE A TE O MARCO MIO EVANGELISTA).  QUESTA FU LA PRIMA VICENDA CHE LEGO’ LA FIGURA DEL SANTO ALLA CITTA’ DI VENEZIA. DA QUESTA FRASE NACQUE LA PROMESSA DI MARCO,  DI FISSARE IN QUESTO LUOGO ( SAN FRANCESCO DELLA VIGNA) LA DIMORA AL SUO ULTIMO GIORNO OVVERO DI FAR SEPPELLIRE IL SUO CORPO DOPO LA SUA MORTE.

NEGLI ANNI SUCCESSIVI CONTINUO’ LA PREDICAZIONE AD ALESSANDRIA D’EGITTO DOVE  DIVENNE IL PRIMO VESCOVO DELLA CITTA’, MORI’ ALCUNI ANNI DOPO NELL’ANNO 68 d.C.  . LE SUE RELIQUIE FURONO CUSTODITE NELLA CHIESA DI CANODO  MA IL LUOGO VENNE PIU’ VOLTE DISTRUTTO E,  ALLA FINE INCENDIATO    DAGLI ARABI NELL’ ANNO 644.

NELL’ANNO 848 DUE MERCANTI VENEZIANI, PROBABILMENTE, INVIATI DAL DOGE PARTECIPAZIO, INTRAPRESERO UNA MISSIONE QUASI IMPOSSIBILE, QUELLA DI POTER MANTENERE LA PROMESSA DEL SANTO  RIPORTANDO LE SUE SPOGLE A VENEZIA.  BUONO DA MALAMOCCO E RUSTICO DA TORCELLO RUBARONO LE SPOGLIE  DEL SANTO  AD ALESSANDRIA D’ EGITTO  DALLA CHIESA DI CANODO  E     NASCOSERO LE SANTE RELIQUIE  TRA PEZZI DI CARNE  DI MAIALE,  RITENUTA IMPURA DALLA RELIGIONE MUSSULMANA; LA RINUNCIA DA PARTE DEI DOGANIERI AD ISPEZIONARE LA MERCE, PERMISE AI DUE MERCANTI DI IMBARCARSI SENZA ALCUN CONTROLLO.  LA MISSIONE SEMBRAVA FINITA, MA UNA GROSSA TEMPESTA FECE NAUFRAGARE L’IMBARCAZIONE NEI PRESSI DI CROPANI, LOCALITA’ SITUATA SULLA COSTA CALABRA. MA GRAZIE A DIO VENNERO AIUTATI DAI SUOI ABITANTI.  COME COMPENSO , BUONO E RUSTICO,   LASCIARONO  LORO IN DONO UNA RELIQUIA DI SAN MARCO,   CUSTODITA ANCORA OGGI NELLA CHIESA DI SANTA LUCIA. I DUE MERCANTI ENTRARONO  A VENEZIA  ACCOLTI CON TUTTI GLI ONORI,  CONSEGNARONO AL DOGE LE SPOGLIE DEL SANTO. PER CUSTODIRLE, IL DOGE PARTECIPAZIO   FECE COSTRUIRE UNA  PICCOLA CAPPELLA.  LA PROMESSA ERA STATA MANTENUTA.

L’ EVANGELISTA MARCO E’ RITENUTO  L’AUTORE DI UNO DEI QUATTRO VANGELI CANONICI, E’ VENERATO NELLE CHIESE CRISTIANE, ORTODOSSE E COPTE. LA BASILICA IN SUO ONORE VENNE  COMPLETATA NELL’ ANNO 832, RICOSTRUITA IN SEGUITO AD UN INCENDIO SCOPPIATO NEL 976 E CONSACRATA NEL 1094.  NEL GIORNO DELLA CONSACRAZIONE, UN MIRACOLO FECE CADERE UNA LASTRA DI MARMO,  CONTEMPORANEAMENTE SI ALZO’ UN DOLCISSIMO E GRADEVOLE PROFUMO E, NELLO SPAZIO RIMASTO ,  APPARVE LA CASSETTA CON LE RELIQUIE NASCOSTE ED INTROVABILI  DA MOLTI ANNI.  IL SIMBOLO DEL SANTO DIVENNE  UN LEONE ALATO ARMATO DI SPADA CON UN LIBRO SUL QUALE APPARE INCISO LA FRASE “PAX TIBI MARCE EVENGELISTA MEUS”, EMBLEMA DELLA REPUBBLICA SERENISSIMA.

SECONDO  UNO STIDIOSO INGLESE LE  SPOGLE IMPORTATE DAI DUE MERCANTI  NON APPARTERREBBERO A SAN MARCO EVANGELISTA  MA AD   ALESSANDRO MAGNO,  ANCHE LUI SEPOLTO AD ALESSANDRIA   D’ EGITTO,   SOTTOPOSTO AD UN  PROCESSO DI MUMMIFICAZIONE ED AVVOLTO CON BIANCHE LENZUOLA DI LINO ALLO STESSO MODO DI MARCO.

ALCUNI RILIEVI DIMOSTRANO L’ IMPOSSIBILITA’  CHE, DATA LA QUANTITA’ DI OSSA, LE  RELIQUIE  APPARTENGONO AD UN SOLO INDIVIDUO.

IL MISTERO DELLE RELIQUIE DEL SANTO PERMANE ANCORA AI NOSTRI GIORNI,  MA CIO’ NON HA IMPEDITO  CHE ASSIEME AI TURISTI, MOLTI FEDELI VENGONO A FAR VISITA IN PELLEGRINAGGIO.  LA BASILICA COSTRUITA IN SUO ONORE DIMOSTRA CHE IL SUO SPITRITO E’ VIVO NELLA CITTA CHE LO HA ACCOLTO.

“PAX TIBI MARCE EVANGELISTA MEUS”.