25 MARZO 2022. ALCUNE RICERCHE RIGUARDANTI IL TESORO NASCOSTO AD ATTILA MI HANNO PORTATO PRIMA AD AQUILEIA E SUCCESSIVAMENTE ALLE FOCI DEL FIUME ISONZO, A CIRCA UNA DECINA DI CHILOMETRI DALLA CITTA’ DI GRADO (GO), NELLA FRAZIONE DI FOSSALON, AL LIMITE DELLA TERRAFERMA IMMERSO DALLA FITTA VEGETAZIONE E CIRCONDATO DA IMMENSI CANNETTI, AFFIORA UN PICCOLO VILLAGGIO DI PESCATORI. IL LUOGO NON E’ INDICATO IN NESSUNA MAPPA TURISTICA NON ESISTONO CARTELLI STRADALI CHE INDICHINO LA SUA UBICAZIONE. L’ INGRESSO DEL BORGO APPARE ALLA FINE DI UNA STRETTA STRADINA; UNA VISIONE CHE AL PRIMO IMPATTO FA NASCERE UNA SENSAZIONE DI UN “SALTO NEL TEMPO”. LA COSTRUZIONE DEL VILLAGGIO DI “PUNTA SDOBBA” RISALE AL 1937, EPOCA IN CUI BENITO MUSSOLINI FECE BONIFICARE LE ZONE PALUDOSE PER FAVORIRE IL LAVORO AGRICOLO. LE PRIME CASE IN MATTONI, SOSTITUIRONO I TIPICI CASONI COSTRUITI CON LE CANNE PALUSTRI. IL BORGO DA ALLORA NON SUBI’ ALCUNA INFLUENZA ESTERNA. ATTUALMENTE NEL PICCOLO VILLAGGIO SONO RIMASTE 7 PERSONE. LE LORO ABITAZIONI SONO PRIVE DI IMPIANTI DI RISCALDAMENTO. PER RISCALDARSI UTILIZZANO STUFE A LEGNA, RECUPERATA NEI BOSCHETTI CHE CIRCONDANO L’ ABITATO. L’ ATTIVITA’ SVOLTA CHE COSTITUISCE L’ UNICO SOSTENTAMENTO E’ LA PESCA CHE AVVIENE SIA UTILIZZANDO BARCHE A REMI SIA UTILIZZANDO BARCHE A MOTORE (BATELE). IL TIPO DI RETE USATO E’ QUELLO A MAGLIA LARGA, TIPICO PER LA PESCA DI CEFALI, BRANZINI, SEPPIE E SOGLIOLE CHE POI PORTANO AL MERCATO DI “GRADO” PER LA VENDITA. NELLA LAGUNA CIRCOSTANTE SONO PRESENTI NUMEROSE “SECCHE”, A VOLTE I PESCATORI SONO COSTRETTI AD USCIRE IL MARE PER AIUTARE LE IMBARCAZIONI INCAGLIATE. NEL FONDO MARINO SI TROVANO IMBARCAZIONI DI EPOCHE DIVERSE: NAVI DI EPOCA ROMANA, GALEONI, RELITTI DELLE GUERRE MONDIALI DA CUI NASCONO ALCUNE LEGGENDE, LA PIU’ RACCONTATA SI RIFERISCE AD UN GALEONE AFFONDATO CHE TRASPORTAVA UN FORZIERE PIENO DI LINGOTTI D’ ARGENTO. UNO STILE DI VITA MOLTO DIVERSO DA QUELLO DEL MONDO INTERNO, UNA VITA FATICOSA, PIENA DI SACRIFICI, MA NON FRENETICA, SI NOTA LA MANCANZA DI NECESSITA’ DELLE COSE SUPERFLUE, SI PERCEPISCE UN ‘ ATMOSFERA DI TRANQUILLITA’ E DI PACE, SI SENTONO IL ROMBO DEL MOTORE, IL RUMORE DELLE ONDE, I SUONI EMESSI DAGLI UCCELLI ACQUATICI ED I TONFI DEI PESCI SULLA SUPERFICE DELL’ ACQUA MARINA, SI RESPIRA LA BREZZA DELL’ ARIA DI MARE. ALLA SERA, I PESCATORI PREPARANO LE RETI PER L’ALBA DEL GIORNO DOPO E, DOPO ESSERSI CIBATI CON UNA ZUPPA DI PESCE O UN BRANZINO ALLA BRACE, ASSAPORANO UN CALDO CAFFE’ FATTO CON LA MOCA ACCOMPAGNATO DA UN LIQUORE TIPICO DEL LUOGO.
L’ IPOTESI CHE UN TESORO FOSSE STATO NASCOSTO PER ESSERE SOTTRATTO AD ATTILA DURANTE LA DISTRUZIONE DI AQUILEIA FA PARTE DELLA CONOSCENZA COMUNE. NESSUNO, PERO’, E’ MAI RIUSCITO A SCOPRIRE DOVE SI TROVI. COME GIA’ ACCENNATO IN ALCUNI ARTICOLI PRECEDENTI (IL SANTO GRAAL E TERRA DI CONFINE – OPITERGIUM TRA STORIA E MITO ), FINO ALLA FINE DELLA SECONDA GUERRA MONDIALE, I CONTRATTI NOTARILI CHE RIGUARDAVANO LA COMPRAVENDITA DEI TERRENI INCLUDEVANO LA CLAUSOLA “IUS PUTEI”, IN RIFERIMENTO AD UN TESORO NASCOSTO IN UN POZZO DAI ROMANI PRIMA CHE LA CITTA’ FOSSE RASA AL SUOLO. AQUILEIA ERA UNA CITTA’ PORTUALE, IL FIUME NATISSA ERA UTLIZZATO PER I TRASPORTI DI MERCI SIA NELLE REGIONI INTERNE CHE VIA MARE, IL PORTO DI RIFERIMENTO ERA GRADO – CASTRUM GRADUS – QUI FACEVANO SCALO NAVI DI GROSSA PORTATA PER POI TRASFERIRE LE MERCI IN NAVI PIU’ PICCOLE CHE RISALENDO IL CORSO DEL FIUME NATISSA, RAGGIUNGEVANO ALTRI PORTICCIOLI DI TERRAFERMA. QUINDI L’ IPOTESI DA PRENDERE IN CONSIDERAZIONE E’ QUELLA CHE IL TESORO NON SIA STATO GETTATO IN UN POZZO, MA CHE SIA STATO MESSO AL SICURO UTILIZZANDO IL TRASPORTO MARITTIMO, TRASFERITO IN ALTRO LUOGO, OPPURE AFFONDATO DURANTE UN TRAGITTO VERSO GRADO E MARANO LAGUNARE O IN DIREZIONE OPPOSTA , OVVERO VERSO ALTRI PORTI PRESENTI NEL GOLFO DI TRIESTE. IN QUESTO SECONDO CASO, LE NAVI ROMANE AVREBBERO ATTRAVERSATO IL TRATTO DI MARE CHE BAGNA PUNTA SDOBBA, TRATTO IN CUI AFFIORANO NUMEROSE SECCHE ED IN CUI SONO AFFONDATI NUMEROSI RELITTI.
vedi articolo. IL TESORO DI ATTILA
MERCURIO 