L’ORMA DI SARONE

Era l’estate dell’anno 1994. A Marina di Ravenna, in Emilia Romagna, durante i lavori sul molo di Porto Corsini, un geologo friulano, “Sandro Venturini” individuò delle impronte di dinosauro su un blocco di calcare . Si trattava di uno dei blocchi che servivano alla costruzione dei piloni all’ingresso del porto. L’anno successivo il blocco, dal peso di circa 60 quintali, trovò sistemazione nel giardino botanico del Museo civico di storia naturale “Malmerendi” di Faenza, dove si trova tutt’ora.

Nel grande masso era impressa una grande orma tridattila di una zampa posteriore sinistra, lunga circa 36 centimetri, lasciata da un teropode, un dinosauro classificato tra le specie di predatori carnivori. L’ispettore onorario della Soprintendenza dei beni ambientali Fabio Marco Dalla Vecchia la definì come “probabile impronta”; questo perché nel mondo scientifico per poter essere definita “impronta” è necessario che faccia parte di una pista con almeno tre orme consecutive.

Dopo alcuni anni, nello stesso masso , è stata individuata un’ altra orma appartenente ad un sauropode, di circa 30 centimetri di lunghezza. I sauropodi appartenevano alla specie dei pachidermi giganti , impacciati, dal lungo collo , con una piccola testa ed un lunghissima coda ed erbivori.

Le indagini stabilirono che il masso di calcare risultava essere stato trasportato su autocarri provenienti dal nord Italia, la formazione geologica era tipica delle cave di “Sarone”, una località frazione di Caneva situata ai piedi del Monte Cansilio, in provincia di Pordenone, poco distante dal paesino di Mezzomonte di Polcenigo lo stesso luogo dove, dopo qualche decennio, nel 2018, un pensionato “Giuseppe Minatelli”, scoprirà durante un’escursione l’impronta di “Beppino”, in una roccia dalle medesime caratteristiche.

Cava di Sarone

Gli studiosi hanno attribuito un’ età alla conformazione a circa 130 milioni di anni fa nel Hauteriviano, un periodo del Cretaceo inferiore. Il termine Cretaceo o Cretacico deriva da un termine latino “cretaceum” e richiama gli strati di creta formatisi in quest’epoca e copre un periodo che va da 141 a 65 milioni di anni fa.

Le specie teropodi e sauropodi fecero la loro comparsa nel triassico superiore per poi estinguersi alla fine del cretacico.

Il tratto di fascia alpina che collega Caneva e Polcenigo ai paesi di Barcis, Claut e Cimolais, da qualche anno è stato oggetto di ritrovamento di alcune impronte, formatisi prima della formazione delle Alpi, quando un tempo quest’area costituiva una pista di transito, un percorso paludoso dove i sauri affondarono i loro passi. Le scoperte delle impronte di Claut e Mezzomonte riguardano impronte impresse su rocce staccate e rotolate, questo porta a ipotizzare che le piste si siano create ad alta quota.

Lascia un commento