
Come in un paesaggio fiabesco, immersa tra il verde della lussureggiante vegetazione alpina e circondata da un’immensa boscaglia, nella conca D’Alapgo, sorgeva una casetta in pietra. Solo un paio di sentieri poco frequentati costituivano gli unici accessi ad un luogo letteralmente “misterioso”. Era stato scelto un punto poco frequentato, se non addirittura isolato. Qualsiasi viandante fosse giunto innanzi a questo stabile, vedendo i simboli impressi in pietra rossa “ de la Secca” nel muro, si sarebbe fatto coinvolgere da un sentimento di paura dovuto alla forte suggestione. L’edificio venne costruito nel 1400, si innalza su 3 piani e comprendeva 3 arcate che delimitavano un portico aperto, modificato nel XVIII secolo dal nuovo proprietario Alessando Bortoluzzi da Seravalle. Una simmetria calcolata, ma quello che traspariva maggiormente erano i bassorilievi con bizzarre decorazioni e simboli che ne alimentavano la facciata. Oggi è conosciuta come “casa dei Lissandri”, e si trova sulla in località Valdenogher, in Alpago. La denominazione “dei Lissandri” ha origine alla data della sua costruzione dell’edificio da parte di “Alessandro Lissandri” su concessione della Serenissima Repubblica di Venezia. Ma chi era Alessando Lissandri? Sicuramente si tratta di uno pseudonimo non del nome reale del proprietario, legato alla fuga da Alessandria d’Egitto, da dove si sarebbe portato con sé un bagaglio culturale ed un’antica conoscenza comprensibile solo ai grandi “iniziati”. L’alchimia non è mai stata considerata una scienza e, solo alcuni studi recenti, hanno dimostrato che l’antica conoscenza su cui si fonda è molto complessa e difficile da decifrare. Essa comprendeva i rami della chimica, della matematica, della medicina, dell’astronomia, della fisica, dell’astrologia, della filosofia, della natura e della spiritualità, ora divisi ma un tempo legati tra loro . Alessando Lissandri era un alchimista come dimostra la simbologia della villa. Questo spiega il motivo del perché l’abitazione sorgesse in un luogo isolato, all’epoca gli alchimisti non erano considerati degli scienziati ma il paragone si avvicinava maggiormente a quello degli stregoni, sempre malvisti e vittime spesso dei tribunali della Santa inquisizione . La scoperta di una simbologia alchemica nella villa risale agli anni’80, solo recentemente il Ministro dei Beni ed Attività culturali in collaborazione con la Regione Veneto e la Comunità Europea, lo hanno adibito a “museo”.

Sebbene l’edificio sia stato ristrutturato ed ampliato dal Bortoluzzi, poi deteriorato nel corso dei secoli, sono individuabili. sia strutturalmente sia attraverso i simboli, molti elementi che conducono a considerare un uso alchemico della casa. Si nota visibilmente l’annerimento dovuto allo srtrato di fuliggine nella stanza al piano terra e del vano scale, dovuto all’assenza di un camino, in una regione dove i camini erano considerati indispensabili nelle abitazioni.


Il fumo ed il calore salivano lungo la scala attraverso i fori che appaiono sopra le porte, un sistema alternativo di areazione in assenza della canna fumaria. In una stanza è stato identificato “l’atanor” il focolare dell’alchimista. Una testimonianza tramandata oralmente ai nostri giorni dagli anni ’30, ci informa che in soffitta vennero scoperti alcuni libri di magia poi bruciati perché era usuale pensare che fossero legati al male.


Alcuni simboli sono stati studiati e decifrati (Vedi art. UN ALCHIMISTA IN ALPAGO )ed altri si sono persi nel tempo.



La pratica alchemica si fonda su immense conoscenze tramandate nell’antichità originarie della Mesopotamia, dell’antico Egitto e dell’antica Grecia. Gli alchimisti annotavano i loro appunti simbolicamente tramite immagini e numeri, per questo i testi erano accessibili solo tra di loro o a pochi eletti. Nella casa di Valdenogher il numero 3 appare nel numero dei piani della struttura, Nigredo, Albedo e Nigredo scandite in 3 colori: nero, bianco e rosso simboleggiati da 3 uccelli: il corvo, la colomba, la fenice”, lo stesso numero è quello delle arcate del portico, esso rappresenta il numero perfetto e le fasi per raggiungere la “pietra filosofale”. Le arcate sono sorrette da 4 colonne doriche, rappresentano le 4 colonne alchemiche: i 4 elementi: acqua, fuoco, terra, aria, i 4 colori fondamentali della pittura greca: nero, bianco, giallo, rosso, le 4 stagioni e le 4 fasi del giorno. 12 Sono le finestre che appaiono nella facciata dell’edificio, porta compresa, tutte rettangolari tranne la bifora ad arco al centro dell’edificio. La somma del numero dei 3 archi alle 4 colonne determina il numero 7 come i giorni della settimana, tutti elementi che, messi assieme, simboleggiano un calendario. Il 7 nella bibbia è un numero sacro, un numero primo che rappresenta l’unità, indica il sabato il settimo giorno quando Dio si riposò dopo aver creato il mondo, le 7 piaghe d’Egitto, 7 sacerdoti portavano 7 trombe e marciarono intorno alla città di Gerico per 7 giorni consecutivi ed il settimo giorno marciarono intorno alla città per 7 volte, il re Salomone impiegò 7 anni per costruire il tempio di Gerusalemme che venne inaugurato per 7 giorni, nel libro dell’Apocalisse tutto si svolge attorno al numero 7: 7 chiese, 7 candelabri, 7 suggelli, 7 trombe, 7 coppe, 7 stelle e 7 spiriti. Per gli alchimisti 7 era il numero per eccellenza, il successivo numero 8 indicava il raggiungimento della perfezione, l’equilibrio cosmico, la divinità, l’individuo androgino incinto, il creatore. Il bassorilievo posto sopra la finestra centrale in alto raffigura l’individuo ermafrodita, colui che ha raggiunto la perfezione mentre ai due lati posti negli angoli in alto sotto il tetto due volti con lo sguardo rivolto nelle direzioni opposte rappresentano gli “opposti”. Nelle arcate centrali alcuni bassorilievi in pietra rappresentano 2 serpenti che si intersecano, si trattava del simbolo identificativo della scienza alchemica, attualmente sostituito con quello più recente della farmacia. Nell’arcata centrale il simbolo di Mercurio alato dio greco postino degli dei e simbolo della medicina. Sotto le finestre appaiono alcuni resti di bassorilievi in pietra rossa che rappresentano una pianta di vite con un grappolo d’uva a rappresentare l’albero della vita.








Molti sono gli alchimisti processati e condannati dalla Santa inquisizione. Essi comunicavano con simboli “esoterici” che solo essi erano in grado di comprendere, normali figure, molte delle quali, passate sotto i nostri occhi, senza che noi conoscessimo la loro origine ed il loro significato. Il gioco dell’oca rappresenta un percorso iniziatico comprendente una numerologia ed una simbologia particolare . La sua origine potrebbe ricondurre all’antica Grecia, al periodo Minoico medio (1580-1700 a.C.) dove, in un palazzo a Creta nel 1908 è stato scoperto il dico di FESTOS, un disco in argilla di circa 16 centimetri di diametro che raffigura in in circolo 31 quadranti con figure di 8 uccelli assomiglianti ad oche, di uomini, donne, bambini, piante, fiori, navi, armi e altro. Alcuni ricercatori sono giunti alla conclusione che si tratta di tavole, disegnate dai templari che possedevano la conoscenza alchemica, con lo scopo di riprodurre, sotto forma di mappa codificata, il cammino di Santiago di Compostela. Esistevano luoghi o città associate all’oca, prigioni, labirinti che riconducevano alle raffigurazioni della tavola ed una correlazione tra distanze geografiche e numeri presenti. Sulla piazza di San Giacomo di Compostela è raffigurato un gigantesco gioco dell’oca che raffigura, nel cammino, le località ed i monumenti maggiori di riferimento.




Fin dall’antichità la cultura ebraica rimane molto legata allo studio alchemico e dei numeri simbolici rappresentati nella Sacra Bibbia. Nella famiglia di Mosè non solo Aronne praticava l’alchimia, anche la sorella Maria o Miriam era un’importante filosofa ed alchimista. Era conosciuta dalla comunità come “Maria la Profetessa” ; di lei rimane celebre l’invenzione della cottura in acqua bollente tutt’oggi chiamata “a bagno Maria”. Il popolo ebraico rimase in contatto con la civiltà egizia dai tempi di Giuseppe fino all’Esodo assorbendo e praticando i principi dell’ermetismo, fondamentali a consolidare i principi di della religione monoteista basata sull’unione cosmica dell’individuo. E’ quanto descriveva Ermete Trimegisto nelle “tavole di smeraldo” incise con una punta di diamante : “È vero senza menzogna, certo e verissimo, che ciò che è in basso è come ciò che è in alto e ciò che è in alto è come ciò che è in basso per fare il miracolo della cosa una …….”. Secondo la leggenda le tavole furono trovate sulla tomba di Ermete dalla moglie di Abramo. Il legame con tra ermetismo e religione ebraica è ancora diffuso nella cabala ebraica. Qabbalah in ebraico ha il significato di saggezza, essa è stata trasmessa da Dio ad Adamo che a sua volta la trasmise e Noè e ad Abramo a differenza di Mosè che la apprese da un angelo. E’ composta da simboli ed infiniti numeri che si sommano assumendo significati nascosti. 72 è il numero degli angeli servienti o angeli custodi che hanno la funzione di istruire gli uomini.


Le prime grandi civiltà della terra ebbero origine dalla conoscenza ermetica trasmessa col passare dei secoli alle successive. Rama, krishna, Ermete, Mosè, Orfeo, Pitagora, Platone, Gesù sono collocati tra i più grandi iniziati della Terra, capaci di compiere i sacrifici per attraversare le 7 porte che conducono all’ essere perfetto, e raggiungere il n. 8, il divino e di cambiare il futuro dell’umanità. Durante il medioevo la Chiesa cattolica vietò la divulgazione dei libri ermetici pronunciando molte condanne a morte a chi ne fosse stato trovato in possesso oppure predicasse qualsiasi cosa divergente da quanto stabilito dalla chiesa di Roma. Tutto questo portò gli adepti a continuare a fare esperimenti in segreto e a codificare le descrizioni con numeri ed immagini conosciute solo da una piccola cerchia di scienziati. I templari non solo conoscevano la scienza ermetica, ma furono i costruttori delle più importanti chiese utilizzando la geometria sacra, conosciuta solo agli adepti. La chiesa di Collevalenza, fatta costruire da Celestino v dispone di un rosone con simboli alchimisti e, nella città dell’Aquila sono disposte 5 chiese secondo la costellazione stellare, sono alcuni esempi della conoscenze templari.


Davide. L’unione dei 4 elementi “PIETRA FILOSOFALE”.
Lo scioglimento dell’ordine del tempio è stato un ostacolo, ma non ha impedito lo sviluppo della scienza segreta nota solo a poche persone. Attualmente a possedere la conoscenza alchemica, forse solo simbolicamente, è la massoneria. Molti simboli massonici fanno riferimento alla conoscenza ermetica, molti simboli religiosi e spirituali sono stati adattati alle pratiche delle logge. Lo strumento per eccellenza che rappresenta Dio in qualità di grande architetto è il “compasso”. Anche la bandiera italiana è un vessillo massonico e i 3 colori simboleggiano il sangue rosso versato per ottenere la libertà, il bianco candido della purezza ed il verde della macchia mediterranea come simbolo di speranza.


Nella bibbia il libro dell’Apocalisse parla di rivelazione. Essa si manifesterà quando le generazioni si avvicineranno alla luce divina, quando la religione e la scienza si fonderanno in unico credo e, seguendo le leggi della natura, comprenderanno l’esistenza di un’essenza divina che porterà alla perfezione dell’uomo, sarà il momento in cui l’alchimista potrà raggiungere il suo scopo, quello si sconfiggre le malattie e la miseria, i mali che affliggono l’umanità: il raggiungimento della “pietra filosofale”.

