SANT’ELENA IMPERATRICE

Nei due capitoli precedenti, è stata menzionata una misteriosa donna alla quale dobbiamo il merito di aver recuperato molte sante reliquie venute a contatto con il corpo del Cristo: la “regina Elena” madre dell’imperatore Costantino. Un personaggio storico poco menzionato, non molto conosciuto, ma è a questa figura che si deve il merito di aver cambiato le sorti del cristianesimo. Le sue azioni furono fondamentali per un processo di canonizzazione. Venne proclamata santa “santa” dal vescovo di Milano “Ambrosio”, ora ricordato in qualità di patrono del capoluogo lombardo.

Flavia Giulia Elena nacque a Bitinia tra il 248 ed il 250 d.C., sposò il tribuno Costanzo Cloro. Venne ripudiata dal marito per motivi legati alla sua origine plebea contraria alla politica dell’imperatore Diocleziano.

La svolta avvenne dopo la morte dell’imperatore tiranno, nel 306, A York, in Britannia, quando venne proclamato nuovo re di Roma suo figlio Costantino. Il nuovo imperatore richiamò a corte la madre. La nuova posizione sociale le consentì di accedere alle ricchezze dell’impero e di poterle impiegare in opere di beneficenza, in altre opere di bene e nella carità verso le persone bisognose.

Grazie all’influenza della madre, avvenne la svolta: anche l’imperatore Costantino si convertì al cristianesimo, Con lo storico editto di Milano del 313, concesse la completa libertà del culto cristiano. Fu l’evento che che cambiò la storia: terminava un periodo di terrore e di persecuzioni e, finalmente, iniziava il periodo in cui le persone di fede cristiana si trovarono libere di pregare e esprimere liberamente il proprio credo.

Nel 326 Elena decise di intraprendere un viaggio in Terra Santa dove iniziò un lavoro volto a preservare e salvaguardare i luoghi santi. Portò alla luce molti reperti e molte reliquie. Secondo la tradizione la scoperta della la croce di Gesù avvenne sotto i suoi occhi.

Riguardo questa scoperta aleggia una leggenda che si trova negli scritti di Jacopo da Voragine. Si narra che, giunta a Gerusalemme, Elena, stesse cercando la croce della passione di Gesù. Un tizio di nome Giuda rivelò che le tre croci che avevano portato il Cristo e i due ladroni erano state gettate in un pozzo.

Dopo una serie di scavi, le croci vennero alla luce, ma non c’era la possibilità di stabilire quale delle tre fosse quella portata da Gesù. In quel momento passava un funerale, Giuda suggerì di appoggiare le croci sul cadavere. Deposte sulla salma le prime due croci non accadde nulla, mentre a contatto con la terza il defunto ritornò in vita. Venne così identificata la croce appartenente a Gesù Cristo.

La leggenda aurea Jacopo da voragine descrive sempre il personaggio di Giuda che guidò Elena al ritrovamento dei chiodi della crocifissione.

Ma, le reliquie riportate alla luce in Terra Santa, dove si trovano ora?

La destinazione delle reliquie è controversa. Per quanto riguarda la croce sembrerebbe che Elena avesse prelevato una parte di essa per portarla nella capitale, croce che fece porre in una basilica a Roma che la regina stessa fece costruire; l’altra parte rimase a Gerusalemme. Per quanto riguarda i chiodi si racconta che Elena fece costruire un morso per il cavallo dell’imperatore e un diadema individuato nella corona ferrea.

Elena morì all’età di circa ottanta anni. Il figlio la fece riposare in un mausoleo circolare con cupola, in un sarcofago in porfido, lungo la via Labicana a Roma.

Esiste l’ipotesi che il corpo della regina sia stato trasferito a Costantinopoli e che il presbitero Teogisio abbia portato le spoglie in Francia, all’abazia di Hautvilliers, nei pressi della città di Reims. Dopo la rivoluzione francese vennero trasportate alla confraternita della Santa Croce nella chiesa di Saint Leu A Parigi.

Interno basilica Sant’Elena imperatrice – VENEZIA

Una tradizione vuole che il corpo di Elena sia stato sepolto nella basilica dell’Ara Coeli nel 1140 su volontà del papa Innocenzo II.

Secondo un’altra leggenda, il corpo di sant’Elena venne prima sepolto a Roma, trasferito a Costantinopoli ed infine nel 1211 portato a Venezia. La leggenda prosegue raccontando che la nave che ne trasportava le sacre spoglie si arenò nei pressi dell’isola di Olivolo, vicino ad una piccola cappella dedicata alla stessa Santa. I marinai scaricarono la merce che avevano a bordo, compreso l’urna con le reliquie. L’imbarcazione riprese a galleggiare fino a quando venne ricaricata l’urna. I marinai avrebbero così compresero il desiderio della Santa di riposare in quel luogo. La costruzione della cappella dedicata a sant’Elena imperatrice risale al 1028, in quel momento affidata a monaci agostiniani. Fu il monaco agostiniano Aicardo, nel 1211 al tempo della quarta crociata, a portare a Venezia da Costantinopoli il corpo della Santa. Gli stessi monaci costruirono una chiesa più grande inglobando la cappella.

Il controllo della chiesa venne affidato a diversi ordini religiosi che si susseguirono fino al periodo napoleonico. Nel 1810 al chiesa venne sconsacrata e le spoglie della Santa trasferite alla chiesa di San Pietro in Castello. La chiesa venne riaperta nel 1928 ed affidata all’ordine dei Servi di Maria e la salma venne riposta all’interno dell’edificio riconsacrato. Dal 2016 in controllo della chiesa fu affidato ai monaci salesiani.

A sant’Elena ebbe non solo il merito di aver fatto costruire alcune basiliche, ma di aver saputo cogliere la sua posizione di regina per compiere opere di bene, sfamando i più poveri e aiutando i bisognosi e gli ammalati. Ella seguiva la dottrina cristiana, e, probabilmente, fu lei ad indirizzare il figlio Costantino alla conversione e a cambiare la storia emanando il famoso editto. La sua figura risulta presente nella storia delle reliquie e, forse, legata alla sacra spina di Collalto o al sangue del Cristo di Clauzetto proveniente dalla città di Costantinopoli.

La chiesa si trova in un quartiere tranquillo ed isolato, a pochi chilometri da piazza San Marco, l’isola di Sant’Elena si raggiunge attraversando un piccolo ponticello di cemento.

E’ all’interno della chiesa con facciata e campanile in stile romanico che dono custodite le reliquie della santa imperatrice.

E’ molto importante per i credenti avere la consapevolezza che all’interno della teca siano custoditi alcuni resti del corpo di una santa, oggetto di preghiera e venerazione, in particolar modo di Sant’Elena colei che rappresenta la fiamma che ha generato il fuoco del cristianesimo; grazie alla sua influenza, l’imperatore Costantino diede fine ad un buio periodo di terrore e sofferenza generando una sensazione simile ad un risveglio da un cattivo sogno in un’alba orientata a nuovi sogni di speranza.

Sant’Elena con il capitano da mar Vittore Cappello opera dello scultore Antonio Rizzo – 1467

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