“AUGUSTA” LA SANTA DI SERRAVALLE

Una giornata settembrina, giunsi in auto, da Vittorio Veneto, all’incrocio che a sinistra si dirigeva all’antico centro di Serravalle e che a destra indicava il santuario di Santa Augusta, imboccai la strada di destra. Poco più avanti il navigatore mi indicò di girare a sinistra non dandomi altre indicazioni. Mi trovai costretto a chiedere informazioni a qualche passante. Mi ritrovai all’imbocco della salita, una stradina strettissima e piena di curve. Dopo due o tre chilometri arrivai ad un piazzale dove mi fu possibile parcheggiare l’auto.

Oratorio San Lorenzo
Oratorio San Pietro
Oratorio Sant’Elena

Penso di aver fatto ancora un paio di chilometri a piedi seguendo il sentiero, fino a quando giunsi alla prima cappella di San Lorenzo, poi, poco più avanti si innalza la cappella dedicata a San Pietro e da li diviene visibile quella dedicata a Sant’Elena che precede la lunga scalinata che porta alla chiesa di Santa Augusta, si tratta di 3 dei 6 oratori che si trovano sulla via salendo dal basso. Gli oratori risalgono all’anno 1642, vennero costruiti con l’intento di ringraziare Santa Augusta per aver salvato la città dalla peste dell’anno 1630.

La scalinata venne fatta costruire nel 1931 da un abitante di Serravalle “Bertolo Gei”.

La chiesa originale risale al XIV secolo ed è stata costruita all’interno del complesso della fortezza fatta innalzare molti secoli prima dal capitano dei visigoti “Matrucco”.

Nel portone principale, e nelle opere all’interno del tempio troviamo ripetutamente rappresentati simboli ed immagini che hanno come riferimento la storia della Santa di Serravalle.

Miracolo dell’Angelo
Corona di Santa Augusta
Miracolo dei Fiori
Battesimo di Augusta
Tenaglia e fiore di campo

Il Santuario sorge nell’antico luogo strategico militare volto a controllare con visuale completa tutta la vallata, oggi una posizione che dispone di un panorama mozzafiato ed un silenzio capace di mischiare la bellezza della natura alla pace della preghiera.

Ma chi era Santa Augusta?

La vita della Santa di Serravalle è legata a mistici eventi che si confondono alla storia leggendaria, dotata di una forza e di una convinzione degna dei primi cristiani.

Per scoprire gli eventi che hanno fatto conferire ad Augusta la santificazione è necessario calarsi nella storia, nel periodo di crisi dell’antica Roma.

Anno 402. La fragilità e la debolezza dell’impero romano in decadenza resero l’attuale Italia un territorio facilmente depredabile ed oggetto di conquista; meno di trent’anni erano trascorsi dall’invasione degli Unni di Attila, ora una nuova minaccia incombeva su Roma: l’arrivo dei Visigoti.

L’evento definito come “il sacco di Roma” ebbe luogo nell’anno 410, ma qualche anno prima, per poter potersi garantire delle possibili via di fuga da una eventuale ritirata in caso di sconfitta, Alarico re dei Visigoti, fece edificare delle fortezze lungo i valichi alpini. Nel territorio veneziano, nei pressi dell’attuale città di Vittorio Veneto, fece presidiare la Stretta di Serravalle da uno dei suoi capitani di fiducia: il capitano “Matrucco”, che si insediò nella fortezza che lui stesso fece edificare sullo sperone del monte Marcantone.

Pochi anni erano passati dall’emanazione dell’editto di Costantino che aveva permesso ai cristiani la libertà di professare il propria religione, ora, questa invasione rappresentava una nuova minaccia per il mondo cristiano; gli invasori praticavano e cercavano di imporre un culto rivolto alle tradizioni nordiche guerriere legate al dio “Odino”.

Matrucco si era insediato in una delle prime regioni che avevano assimilato il cristianesimo grazie al processo di predicazione da parte dei pellegrini provenienti dalla città di Aquileia, quindi per radicato nel territorio, ma ciò non lo sconvolse e decise di debellare la religione cristiana ricorrendo al terrore delle persecuzioni e alle torture.

Nell’anno 410 Matrucco divenne padre. La moglie morì dopo aver partorito una fanciulla. La castellana, prima di morire, affidò la creatura alla nutrice “Cita” , essendo legate entrambe da un profonda amicizia.

Matrucco nutriva un profondo amore per la bambina, e cercò di educarla secondo i propri principi e le proprie credenze. Ma la fanciulla, invece, venne istruita dalla nutrice secondo altri principi rivolti verso la fede cristiana.

La preparazione al battesimo avvenne tramite un eremita che viveva in una grotta sul monte Marcatone.

Augusta, una volta divenuta cristiana, iniziò ad occuparsi delle persone più bisognose e perseguitate da suo padre e a partecipare segretamente alle riunioni di preghiera.

Ogni volta che a corte venivano organizzati pranzi o cene, Augusta raccoglieva gli avanzi dei banchetti per portarli ai più poveri e bisognosi.

E’ proprio durante il cammino verso Serravalle che si verificò un fatto conosciuto come leggenda ma che potrebbe rappresentare il primo miracolo.

Augusta aveva raccolto del pane dalla mensa del castello per portarlo ai più poveri, ma, mentre scendeva il sentiero incontrò il padre con la scorta che, insospettito dall’atteggiamento della figlia, le chiese che cosa portasse dentro il grembiule. La ragazza gli rispose che si trattava di fiori di campo, Matrucco, non convinto, aprì il grembiule con la spada e scoprì di trattarsi proprio di fiori; miracolosamente il pane aveva subito la trasformazione.

Inizialmente gli atteggiamenti della ragazza erano ben mascherati e non destavano alcun sospetto, poi le continue e prolungate assenze costrinsero Matrucco a farla pedinare da uno dei suoi servi che un giorno la seguì fino a valle; la vide entrare in una comunità cristiana, pregare e partecipare alla funzione religiosa.

A palazzo il capitano cercò di farla ragionare e rinnegare la religione cristiana, ma Augusta era una ragazza tosta e tenace, ed aveva il carattere simile a quello del padre, si dimostrò disposta a morire piuttosto di rinnegare la sua fede. La tenacia della ragazza si scontrò con quella del padre fermo sulla decisione di mantenere delle proprie tradizioni e disposto a ricorrere alla tortura. Le fece togliere due denti per cancellare il suo dolce e candido sorriso.

All’ennesimo rifiuto la condannò a bruciare sul rogo. Venne legata mani e piedi sul palo posto sul mucchio di legna, venne acceso il fuoco che però non le fece alcun danno, si era manifestato il secondo miracolo.

Ma, neppure il miracolo convinse il duro cuore di pietra di Matrucco che, rimanendo legato alle proprie credenze, sospettò che la figlia stesse praticando arti magiche per salvarsi dal supplizio. Ordinò la costruzione di una ruota dotata di punte di ferro ricurve sporgenti, poi fece legare Augusta in modo che il suo corpo venisse lacerato dalle lame della ruota in movimento. Ma, prima che la ruota potesse muoversi, si manifestò il terzo miracolo: un angelo sfolgorante di luce, colpì la ruota con la sua possente spada.

Affresco rappresentante i simboli della tortura: la tenaglia con cui sono stati estratti i denti, il fuoco del rogo, la ruota distrutta dall’angelo e la scimitarra usata per tagliare la testa alla Santa.

Tre miracoli non bastarono al padre per convertirsi, ed ordinò al boia di decapitare la figlia. Matrucco, aveva agito per convinzione religiosa, paragonandosi ad Odino che aveva fatto uccidere sua figlia, la valchiria Brunilde, a causa di una disobbedienza.

Questa convinzione non durò molto, si rese conto che il suo orgoglio lo aveva spinto a compiere un’atrocità e pentendosi delle sua azioni fece costruire un sepolcro per Augusta facendo scolpire sulla pietra la storia del martirio. Non potendo sopportare quei luoghi di tragedia, ritornò con i suoi soldati a nord, probabilmente al suo paese di origine.

La serie di miracoli che sono manifestati durante la sua prigionia non fecero altro che alimentare la devozione alla fede cristiana da parte della popolazione di Serravalle e dintorni.

Le reliquie della Santa sono state rinvenute in un’urna durante i lavori di restauro della chiesa, che di trovava dentro il castello, nell’anno 1450. Oltre all’urna con i resti di Santa Augusta, furono ritrovate altre due tombe: la prima emanava un gradevole profumo e conteneva il corpo di Santa Cita, la nutrice di Santa Augusta, mentre nell’altra era no sepolti i crani di San Biagio e San Pellegrino.

Arca di sant’Augusta

Le reliquie della Santa sono custodite nella Cappella nell’altare chiamato “arca di Santa Augusta”, diviso in tre archetti di cui in quello a destra si trovano le sue ossa ed in quello di sinistra quello della nutrice “Santa Cita”.

Il culto di Santa Augusta si è diffuso oltreoceano grazie alla devozione di alcuni emigranti veneti che alla fine dell’ottocento fecero costruire due santuari, uno in Brasile a Braco do Norte nello stato di Santa Caterina ed uno in Argentina a Cuchilla redenda in provincia di Entre Rios.

Una triste storia che si mischia alla leggenda, manca la possibilità di poter indagare ed esaminare la possibilità che i miracoli si siano compiuti o meno, le testimonianze storiche sono andate perdute a causa di continui saccheggi e distruzioni , Santa Augusta rimane una “Santa” e la sua santità gli è stata conferita con il suo martirio per non aver rinnegato la fede in Dio fino alla sua morte.

Martirio di San Lorenzo
Affresco di Santa Augusta sulla facciata della chiesa
Immagine della Santa a fianco dell’altare centrale
Loggia a fianco del santuario
Torre di ingresso.
Altare centrale, la santa a destra della madonna con Gesù bambino è Santa Augusta

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